MARIA CHIARA CECCONI

DELIRIUM CORDIS

È un bisogno, un’urgenza per esprimere l’inesprimibile dolore
è ciò per cui IO NON HO PAROLE
è il racconto per cui gli ALTRI NON HANNO PAROLE
è la realtà OLTRE LE PAROLE

STANZA DELLE PROVE

NERO

Ci sono grandi armadi, uno specchio, una finestra (chiusa/socchiusa?). Ci sono abiti
neri maschili e abiti neri femminili appesi ammucchiati soffocanti a far da quinte ad un
angolo dove, sospeso è il calco del mio busto. Il busto post-cancro, in carta riciclata da
reperti di malattia (esami, chemio, radio), ha uno spacco/taglio/apertura da cui si
intravede attraverso una lente convessa una foto. E’ una vecchia foto di me piccola,
molto piccola, prima che la morte si impadronisse della mia vita, e di mia madre seduta
dietro di me già così distante. La stanza è nella penombra con il corpo e la foto unici
punti di luce.

STANZA DEGLI ABITI DEI BAMBINI

NERO INSIEME BIANCO

È una stanza piccola, di passaggio, ha armadi aperti, in alto costumi per bambini, in
basso costumi per adulti. Al centro si erge una colonna, in alto abiti di bambine (il rosso
a tracciare il trauma) bianchi e neri che si abbracciano, scendono trasformandosi in
abiti di donne in un continuo abbraccio fino a terra. La parte bianca viene avvolta e
compressa da un filo nero di ferro fino ad un viluppo; la parte nera si perde nel nero
del pavimento. L’abbraccio salvifico si scioglie e genera una nera contorta stritolante
matassa.

STANZA LAVORO

BIANCO

Ha due pareti, a formare una elle, ricolme di coloratissimi abiti fino al soffitto. Ma tutto
è coperto da tessuto-non-tessuto ad attenuare la sgargiante vitalità. Davanti a questa
nebbia bianca sono sospesi cinque abiti femminili bianchi con all’interno cornici di
piombo che agganciano cuori in sofferenza. Di fronte, incisioni del cuore in cinque
progressioni del “trauma”. Nella stessa stanza, accanto ad una finestra, un vecchio
armadio con un anta/nicchia fa da custode al cuore matrice. Da questa stanza si
propaga il suono di battiti aritmici del cuore estrapolati ed elaborati da vinili medici di
mio padre.

Testo critico di Laura Monaldi


a cura di Laura Monaldi
elaborazione sonora dei Werner
sound designer Andrea Baggio

25 giugno – 3 luglio 2016

Sartoria Teatrale Fiorentina
di Massimo Poli 

Firenze, P.zza Duomo, 2